La scorsa settimana ho scritto un articolo su cosa serve per comunicare in modo assertivo con i figli e con gli altri, puoi leggerlo qui.
Questa settimana, mi ha scritto una mamma, Luisa, che ha fatto un percorso con me per migliorare la sua autostima, la sua comunicazione, la sua capacità di relazionarsi con i figli. E uno dei risultati è questo meraviglioso dialogo avuto con suo figlio maggiore, Giovanni di 9 anni, con cui Luisa si è posta in modo assertivo.
Luisa racconta con soddisfazione …
E’ sera, vado a salutare Giovanni che è già sotto le coperte e mi dice:
Mamma, vorrei essere figlio unico
e io gli chiedo: come mai?
Gio: perché Andrea mi tormenta …
io: davvero? e che fa?
Gio: non mi lascia giocare tranquillo…
io: cioè che cosa fa?
Gio: distrugge tutto quello che costruisco …
io: e che altro?
Gio: mi infastidisce …
io: e che altro ancora?
Gio: e basta! (con tono arrabbiato)
io: …e ti da baci e ti abbraccia forte?
Gio: si! (con mezzo sorriso)
io: … e grida “Giovanni” appena rientri da scuola, come fosse la cosa più bella della giornata?
Gio: si! (con un bel sorriso)
io: …e ti vuole tanto bene?
Gio: sii (rilassato)
io: ecco queste sono le due facce della medaglia di avere un fratello.
Se tu fossi figlio unico e non avessi questa medaglia, non avresti chi ti tormenta e nemmeno chi ti dona il suo affetto.
Gio: grazie mamma, buona notte!
Quante volte i figli ci dicono cose simili e spesso istintivamente ci arrabbiamo, o banalizziamo.
Luisa si è posta in ascolto di suo figlio senza arrabbiarsi, senza giudizio e senza aspettativa.
E’ entrata in empatia, comprendendo e rispettando pensieri ed emozioni del figlio.
Con fiducia in se stessa e in suo figlio ha posto domande che hanno esplorato, che hanno guidato il figlio a vedere altri punti di vista, che hanno arricchito il quadro di immagini piacevoli, confortanti e rilassanti.
Questo per lei è stato un vero successo ed io, come coach e come mamma, ne sono proprio orgogliosa!
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